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      Onde non solo risparmio le scuse, ma pretendo che questa specie di libertà sia più atta a conservar fra buoni amici una corrispondenza che non aggrava, di quello che farebbe una servile regolarità che alla lunga rincresce. Se volete un contraveleno all'invidia che vi tormenta per i miei divertimenti carnevaleschi, eccovene uno efficacissimo. La nostra augusta sovrana ha ordinato solennemente che non sia ammesso al pubblico ballo in maschera alcun di quelli che vestono ordinariamente abito ecclesiastico, ancorché non lo siano. Due giovani canonici dell'impero sono stati i primi che hanno urtato in questo scoglio, e la loro esclusione ha pubblicata la legge. Grazie alla mia pigrizia, che mi salva da mtolti pericoli. Or che dite della mia infelicità? Tenera come voi siete per i vostri amici, mi compatirete all'eccesso: non lo fate? Eccovi un altro contraveleno per la compassione. Sappiate che s'io fossi regolatore di qualche repubblica, così poco scrupoloso come mi conoscete, non saprei ridurmi a permetter la maschera. E senza entrar nell'esame degli abusi che possono farsene, io ragiono così. È indubitato che una delle più comuni e delle più violente passioni delle donne è quella d'essere, di piacere e di mostrarsi belle: ed è ben giusto ch'esse abbian particolar cura di quelle armi, che le mettono in equilibrio con la forza e con l'ingegno degli uomini. E pure, quando si proponga d'andare in maschera, corron tutte avidamente a coprirsi il volto, ed a nasconder que' gigli e quelle rose che costan loro tanta coltura, e che tanto le rendon superbe.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548