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      Se questi pazzi e deplorabili abusi offendono tanto il mio orecchio, quale effetto faranno in voi, gran maestro, di mettere, di spandere e di sostener la voce, di finir con chiarezza tutto ciò che s'intraprende, e di sottometter sempre l'abilità alla ragione? Ma consolatevi: l'abuso è a tal segno, che dovendo per la natural instabilità delle cose umane andar facendo cambiamento, è necessità che si migliori. Eccovene la massima in versi:
     
      Tutto si muta in breve;
      E il nostro stato è tale,
      Che, se mutar si deve,
      Sempre sarà miglior.
     
      Prima di finire deggio avvertirvi che non mi mandiate merci di Milano, di Venezia o di Roma, perché ho già commissari in quei porti. Addio: non è tempo ancora ch'io vi secchi con rendimento di grazie, mentre il debito va crescendo. Amatemi quanto io v'amo e vi stimo, e datemene prove comandandomi. Io sono intanto.
     
     
     
      613
     
      AL GENERALE PICUALQUES - MILANO
     
      Vienna 21 Gennaio 1753.
     
      Con la carissima vostra del 9 ricevo la prima spedizione delle Arie e la millesima delle pruove della vostra esemplare ed affettuosa condescendenza al piacer degli amici. Io non ho potuto finora gustar le Arie sudette che con gli occhi, perché ho voluto accreditar la mia ubbidienza con la sollecita esecuzione del comando e le ho mandate alla dama nel riceverle. Le ascolterò dalla medesima, e non dubito della loro eccellenza, venendo esse dalle mani di un così elegante conoscitore. Non aspettate ancora ringraziamenti. Li accumulerò tutti insieme al fine dell'opera, e li accrescerò a dismisura se vi piacerà d'aiutarmi con alcun vostro comando ad alleggerir qualche parte dell'obbligo che vi professo.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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