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      Sono sempre alle mani co' miei flati ipocondriaci da otto anni in circa: e non troviam via d'accordarci a dispetto di così lunga pratica. Per altro si mangia, si dorme, ed in mezzo agli assalti più crudeli si ha una ciera che merita più invidia che compassione. Il meglio dell'affare è che non mi tormenta più il desiderio di liberarmene, perché non ho deposta intieramente la speranza. Faccio conto d'aver il gobbo, e son disposto a portarlo pazientemente il resto de' giorni miei, con la disinvoltura possibile. Mi piace la mostra del corsivo del vostro Rabi perché mi fa sperare che il rotondo corrisponda. Per altro io lo consiglio a servirmi del secondo per i versi. Il primo piace a' letterati italiani, ma tutto il resto d'Europa, e particolarmente le ninfe, sono per il rotondo. Avrò piacere di vederne la prova. In ogni caso la vedranno i nostri pronepoti e noi ne sentiremo le nove ne' Campi Elisi.
      Vi rendo grazie del bel sonetto che mi avete comunicato, ed entro a parte del doloroso prezzo ch'esso vi costa. Ma non andiamo esacerbando le ferite. Riverite la gentil sacerdotessa, conservatevi e riamatemi.
     
     
     
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      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 7 Maggio 1753.
     
      Dite benissimo che il pensiero di conservarsi, per obbligo di natura dee precedere a tutti gli altri: ma altresì è verissimo che la fatica non meno che il riposo è necessaria alla nostra conservazione: onde il nostro studio non dee essere d'evitar né questo né quella: ma bensì di mettere in equilibrio l'uno con l'altra. Nella carissima vostra del 21 d'aprile vi trovo irritato contro un indiscreto concorso d'affari; io vi compatisco, ma non mi dispiace che non siate acqua stagnante.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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