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      Ho riletto per ubbidirvi il vostro Bellerofonte, e non è possibile che in una lettera possa dirvi tutte le mie riflessioni: converrebbe scriver troppo, e questo seccherebbe voi e non inumidirebbe me. Dirò dunque in breve che il fatto è grande, che lo spettacolo è magnifico, che le arie son tutte armoniose e felici, che l'elocuzione è nobile, chiara, sonora, poetica e priva d'ogni difetto, se pure cotesti vostri sottili investigatori delle cose non vi condannino per avere ostentato in essa di volermi troppo bene. Non sono contento egualmente de' caratteri de' vostri personaggi. Ariobate è uno scellerato che si scorda ogni più sacro dovere, e per un vantaggio lontano ed eventuale; onde non par verisimile. Argene è una principessa che pare assai docile a cambiar di marito, onde non determina i voti dello spettatore per lei. Bellerofonte non dice né fa cosa che basti per farsi amar e stimar dal popolo, a segno che si scuota ne' pericoli di lui. Archemoro pecca d'una vivacità troppo inconsiderata. Briseide fa pompa d'un eroismo senza esempio, posponendo l'amor della vita alla salvezza, non già della patria sua, ma d'una terra nella quale vive in ischiavitù. Questa incertezza di caratteri, aggiunta alla mancanza di certe situazioni di personaggi che rapiscono l'attenzione dello spettatore, temo che possano rendere il dramma meno interessante di quello che per avventura bisognerebbe. Gradite la mia sincerità, ma non vi sgomentate. Io sono un poco troppo scrupoloso, e lo sono con me medesimo sino al vizio.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Bellerofonte