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      Mi dicono che l'impazienza del vostro zelo, quando si tratta di corrispondere con l'opere alle grazie delle quali vi ricolmano i vostri sovrani, vi faccia scordar di voi medesimo, che non avete pace né di corpo né di mente, né la notte né il giorno. Questo carattere è degno di voi, ma sarebbe degna di voi anche l'indubitata riflessione che, quando voi sarete ammazzato, non potrete più servirli, e che il primo de' vostri doveri è il conservare a padroni così clementi un servitore del quale sarebbe loro così sensibile quanto irreparabile la perdita.
      La mia salute è sempre quale la conoscete; flati, acidi, stiramenti di tutti i nervi, ipocondrie profonde, una buona cera da meritar piuttosto invidia che compassione. La pazienza è il miglior specifico ch'io abbia fin'ora trovato, ne faccio provvisioni strepitose, e pure qualche volta mi manca; ma non mi mancherà mai quella tenera, candida e costante passione che mi farà sempre essere.
     
     
     
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      A GIUSEPPE BONECHI - FIRENZE
     
      Vienna 4 Febbraio 1754.
     
      Voi rendete giustizia alla mia impazienza per i vostri vantaggi, con l'obbligante cura d'informarmene. Io considero nel numero di questi la favorevole propensione di cotesto signor conte di Richecourt e non dubito che saprà conservarla chi ha saputo farne l'acquisto.
      Il signor conte di Rosemberg ci prende quella parte che avete sperato e mi ha commesso d'assicurarvene.
      Fate uso per me della vostra eloquenza e col padre Cosimo vostro zio e col signor cavalier Adami e col signor Fabrini. Rendete grazie a tutti della generosa parzialità che mi dimostrano: assicurateli della giusta mia stima e riconoscenza, e sia vostra cura di custodirmi l'acquisto dell'ultimo che mi avete procurato.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Febbraio Richecourt Rosemberg Cosimo Adami Fabrini