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      AD ANNA FRANCESCA PIGNATELLI DI BELMONTE - NAPOLI
     
      Vienna 23 Maggio 1754.
     
      Di qual delitto mi punisce Vostra Eccellenza autorizzando col suo riverito mezzo la crudeltà de' poeti che mi trafiggono? Dove è andata la sua parzialità per me? dove la carità cristiana? Se dunque un poeta dal fondo della Calabria s'avvisa di volermi inaridire, ella prende cura che nessun fortunato accidente possa liberarmene, e mi obbliga barbaramente a non trascurarlo, come avrei fatto se questa specie d'interposizione dell'Eccellenza Vostra non facesse cader sopra di lui qualche riflesso del sommo rispetto ch'io deggio a lei. Crede ella che mi manchino occasioni somiglianti per esercitar la mia pazienza? Non sa forse che tutta la terra abbonda di matti; che tutti fan capo in Parnaso, e che la mia (mercé lo svantaggioso privilegio dell'anzianità) è l'osteria più frequentata? Basta: Dio gliel perdoni per ora. e la renda meco più compassionevole in avvenire. S'io non avessi rinunciato affatto al genio vendicativo italiano, le avrei mandato in risposta un fascio di poesie tedesche: ma ogni giorno si va più in là, e bisogna finalmente pensare all'anima. Se vuol Vostra Eccellenza rappacificarmi qualifichi appresso il degnissimo signor principe suo consorte con la sua esposizione la costanza dell'ossequio mio: renda presente al signor marchese di Galatone, al signor don Michele, ed a tutta la florida famiglia la prescrizione che autorizza appresso di loro la servitù mia: e somministri co' venerati suoi comandi il sospirato esercizio della rispettosa ubbidienza, con cui sono.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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