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      Io per altro che ho avuto il tempo e le occasioni sufficienti per disingannarmi, non mi trovo sorpreso da certi fenomeni de' quali conosco perfettamente le recondite cagioni. E la compassione ed il disprezzo ch'io mi sento internamente per certe anime condannate a non potersi sollevar mai da quel fango, nel quale si sono impinguate, contrapesa in me a tal segno l'indignazione dell'ingiustizia, ch'io sono molto piú occupato della vergogna loro che del torto ch'io soffro. Dall'avermi essi, come voi dite, finalmente conosciuto, non dovrebbe derivarmi svantaggio: perché io sono tuttavia qual sempre sono stato, e non ho ostentato mai, e non ostento alcuna di quelle esterne colorate vernici, sotto le quali hanno essi bisogno di nascondersi, ma le mie fronde unicamente ed i miei fiori, i miei frutti, doni della propria mia fecondità: ma di qual di cotesti vostri infecondissimi tronchi trasformati in idoli non può dirsi con ragione
     
      Olim truncus eram ficulnus, inutile lignum,
      Cum faber, incertus scannum faceretne Priapum,
      Maluit esse Deum.
     
      Addio. State sano e ridete, come facc'io quando i miei affetti isterici me lo permettono. Io sono.
     
     
     
      757
     
      AD ANTONIO TOLOMEO TRIVULZIO - MILANO
     
      Vienna 1 Luglio 1754.
     
      Benché creditore d'una vostra risposta ed ignaro del fortunato clima di quest'orbe terraqueo, che ha presentemente la gloria di possedervi, io non so raffrenare, veneratissimo mio Fracastoro, gli affettuosi impeti della gioia che mi hanno risvegliata nell'animo gli augustissimi miei sovrani la mattina dello scorso sabato collocando fra la serie de' promossi la vostra rispettabilissima persona.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Priapum Deum Luglio Fracastoro