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      Non si vorrebbe già che voi taceste né pur una di quelle eterne, costantissime verità che asserite: ma si bramerebbe che le spogliaste al possibile dell'acido e dell'amaro che le accompagna. L'impeto persuade meno, perché suppone passione, e mette in sospetto il lettore anche indifferente: il disprezzo sveglia contradditori, invece di far proseliti: la ragione condita d'umanità si fa strada anche negli animi preoccupati, ed una vittoria che vi rende schiavi ed amici i vostri rivali è molto più gloriosa di quella che li distrugge. Ma la carta finisce. Amatemi come fate, e credetemi.
     
     
     
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      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 2 Settembre 1754.
     
      Vittoria, vittoria. Sono arrivate l'Arie ed il libro. Ma non le ho ancora in casa. Seguitando il lodevole intrapreso costume, hanno appiccata una briga alla dogana sull'essere o non esser franche per evitare ancora di venirmi in mano. Dimani mi dicono che le avrò.
      Vi rendo grazie della tolleranza che vi ha costato la loro pigrizia. Vi desidero salubri i bagni, ma io ne sono inimico. La natura mi ha formato per esser circondato d'aria e non credo cosa innocente il cambiar così d'ambiente. O bene o male convien che faccia; ed io non giuoco volentieri la salute ai dadi. Tutta l'Asia se ne serve; ma si circoncide ancora e non me ne fa venir voglia. I Romani si bagnavano. Ma oltre che avevano i loro ceromati per rimediare alla soverchia dilatazione de' pori, io trovo ne' loro satirici che se ne crepava allegramente. Avvisatemi come ve ne trovate: io ne sono sommamente sollecito.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Settembre Arie Asia Romani