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      Sicché, gemello amatissimo, si può dir che siete già ubbidito, poiché quello che resta del lavoro è già incluso in quello ch'è fatto come il pulcino nell'uovo, e non si tratta che di covarlo.
      Non so se abbiate mai veduta qualche cosa di un maestro di cappella napoletano chiamato Cocchi: io ho veduta un'opera sua, cioè la mia Semiramide, e mi ha veramente contentato. Avvertite ch'io ve lo raccomando: egli non mi conosce, io non lo conosco e nessuno mi ha parlato a suo favore per proporlo; ma son così rimasto persuaso della brevità, del fuoco, dell'espressione e del giudizio della sua Semiramide, ch'io non saprei augurarmi miglior musica per la nuova mia opera. Replico che non ho ombra d'impegno a suo favore, e che parlo con quella candida abbondanza di cuore ch'io uso per natura con tutti, e particolarmente col mio caro gemello. Quello che vi prego istantemente è d'imporre sotto pena della testa a chiunque manderete l'opera a porre in musica di non comunicarla a veruno. e di aver gran cura di tenerla ben chiusa. Gli stampatori affamati di qualunque picciolo guadagno stanno in Italia incredibilmente alle velette, e vi potrebbe succeder la burla di vederla stampata prima che costì si rappresentasse. Io ne sono scottato per colpa de' miei padroni medesimi, che avendo avuto copia qualche volta preventivamente d'alcun nuovo mio scritto, e avendolo per soverchia parzialità per l'autore fatto leggere ad altri, senza sapersi come si è trovato che gli stampatori n'erano provveduti prima del tempo permesso.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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