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      Ma in quanto alla destinazione delle dediche de' rami, io abbisogno di più minuta istruzione per servirlo con utilità. S'egli non si propone che il decoro della sua edizione nell'adornarla de' nomi delle persone più distinte del secolo, io potrò suggerirgli quelle che risplendono in questo emisfero: ma s'egli uccellasse per avventura a' Mecenati, io sono il più ignorante di tutti i cacciatori, e lo consiglio da buon cristiano di valersi di qualche meno inetto commissario.
      Vi compatisco, caro amico, e vi ammiro per la dedica, alla quale vi siete trovato obbligato. Io confesso che quelle strettoie non avrebbero lasciata alle mie muse la disinvoltura che han conservata le vostre. Voi non mi domandate consiglio, onde il darvene è temerità. Ma io credo tradimento il tacervi le mie osservazioni: onde soffritemi con quel difetto che vi assicura della mia vera amicizia.
      La forma del componimento che avete scelta non può ridursi che alla categoria delle cantate a voce sola. Or una cantata di questa specie con quattro ariette non si può eseguire, perché non v'è musico d'organo così instancabile, che possa cantar senza interruzione quattro ariette e tanto recitativo; e una cantata che non può cantarsi, non è men reprensibile d'una tragedia che non possa essere rappresentata. Se ne toglieste la prima e la terza arietta, e restringeste l'ultimo recitativo, il componimento avrebbe la sua regolare estensione. Gli resta appena ardire di fissar voi. Credo che convenga dire di fissarsi in voi. Altrimenti significa fermarvi.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Mecenati