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      Il prezioso dono delle arie dell'Ezio mi è caro per il suo valore intrinseco, e carissimo per l'amicizia che ha suggerita questa cura: cura che ha resistito agli accessi tormentosi fra i quali con esplicabile mia pena sento che vi ritrovate. Che farò io per voi, amico impareggiabile? Se voi che avete scoperta tanta terra incognita nel vastissimo Oceano armonico, sapeste accennarmene alcuna nell'angusto recinto della mia limitata facoltà, non la nascondete alla impaziente mia riconoscenza, stanca di non potersi palesar mai che in confessioni e proteste. Ho avidamente scorse tre o quattro volte le arie mandatemi, ed a dispetto della crassa ignoranza del musico mi hanno incantato. La brevità, l'espressione il giudizio ed il sapere dello scrittore mi pare che in queste sia anche più in mostra del solito. Faranno queste lungo tempo la mia delizia: perché ogni volta che ritorno a considerare un'opera vostra, m'incontro in qualche nuova bellezza che mi era da prima sfuggita, e mi paga generosamente la replicata applicazione. La serenissima arciduchessa Marianna mi assedia per aver queste benedette arie e sono obbligato a mandarle ad una ad una secondo che le termina il copista, disperando della sua pazienza per attenderle tutte insieme.
      Addio, caro amico: datemi presto migliori nuove del vostro stato: se le mie orazioni fossero esaudite la vostra podagra annoderebbe gli articoli di duecento persecutori delle nostre povere orecchie, e lascerebbe in pace chi le consola. Mille innocenti abbracci alla gentil consorte ed altrettanti al nostro Migliavacca senza condizioni moderatorie.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Ezio Oceano Marianna Migliavacca