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      Imaginatevi quanto sia insipida la mia vita e quanto maggior agio io mi trovi da riflettere sulle tormentose vicende della mia capricciosa salute. Datemi almeno migliori nuove della vostra, e siatene gelosa custode: io temo non meno la vostra trascuratezza che l'efficacia de' medici. L'animo lieto, un moto regolato: un ordine nel nutrimento che non sia schiavitù: e forse l'uso del latte ch'era il cibo del secol d'oro, mi pare che dovrebbero restituirvi i capitali scemati. Pensateci, ma senza affliggervi. Io non ho cosa sì cara che non dessi ben volentieri per la conservazione d'una persona che considero amica e sincera: e di cui mi consola la rimembranza benché lontano.
      Abbiate cura del mio caro signor tenente maresciallo: abbracciatelo e riveritelo per me. Ditegli ch'io conosco a fondo il suo cuore, ed egli non ignora il mio: onde non abbiam bisogno di dir molto per intenderci. Attendo le nuove di madama Pachecco e della sua comitiva: ma più l'onore de' vostri riveriti comandi, a' quali mi rassegno.
     
     
     
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      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 5 Maggio 1755.
     
      È in data del 19 dello scorso aprile la carissima vostra lettera che ieri mi pervenne: e, dopo le favorevoli notizie della vostra salute, quelle che ho trovate nel paragrafo del padre Cangiano mi hanno consolato. Le auguro corrispondenti a queste in avvenire: e non vi sollecito a procurarle, perché non vi credo bisognoso di sprone. La miglior qualità della mia salute è quella di non obbligarmi a parlarvene. Custodite gelosamente la vostra, e credetemi non meno tenero vostro amico che vostro affezionatissimo fratello.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Pachecco Cangiano