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      Provo un sensibilissimo piacere nel raccogliere dalla carissima vostra del 7 del corrente l'uniformità delle vostre con le mie massime intorno a' nostri non meno utili che necessari doveri: de' quali la lunga esperienza contraccambia, coi solidi comodi che produce, le picciole repugnanze che si soffrono prima di avergli ridotti ad abito per mezzo dell'esercizio. È mirabil cosa che fra la nostra specie dotata a distinzione di tutte le altre del prezioso capitale della ragione si comprenda comunemente sì poco che l'onestà è il nodo della società e che questa è il massimo de' nostri bisogni. Il povero Tenerelli ignora perfettamente questa verità, e merita più la nostra compassione che il nostro sdegno. S'egli fosse infermo del corpo non ci farebbe pietà? perché non dovrà farcene un'infermità incurabile dell'animo suo? Fate dunque ciò che credete opportuno per metterlo alla ragione, senza che vi costi la perdita della tranquillità, che sarebbe il maggiore dei danni ch'egli ci ha fatti. Io per conservar questa sottoscrivo volentieri a qualche sensibil discapito nei miei interessi: regolatevi su questi principii. Approvo ciò che avete scritto al padre Cangiano: vi abbraccio e sono.
     
     
     
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      AD ANTONIO FABRINI - NAPOLI
     
      Vienna 23 Giugno 1755.
     
      È puro effetto della gentilezza di V. S. illustrissima il conto che le piace rendermi del suo silenzio. La discrezione scambievole è una delle circostanze più necessarie dell'amicizia: non sempre siam nostri: né di tutto si può render ragione: scimus et hanc veniam petimusque, damusque vicissim.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Tenerelli Cangiano Giugno