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      Ho concepito anch'io lo stato poco felice nel quale rimane cotesta onoratissima famiglia Kinner, e se il poter mio eguagliasse il desiderio ne correggerei gl'inconvenienti. Ma bene spesso le circostanze della maniera con cui si vive limitano anche la facoltà d'impiegar fin le parole in soccorso degli amici. Qui per cagion d'esempio i ministri superiori, e particolarmente il signor conte di Kaunitz, destinano al lavoro ed alle udienze certe ore del giorno: e noi non gli vediamo se non che agli spettacoli ed alle assemblee: cioè a dire in quei momenti che serbano al riposo ed al respiro: ed in questi il parlar loro d'affari è lo stesso che irritargli. Che io vada ad occupare un'udienza del ministro sarebbe passo ridicolo, non autorizzandomi alcun titolo: onde non mi rimane altra strada che quella che ho tenuta, cioè di far cadere destramente il discorso sulla materia, senza che abbia fisonomia di commissione o d'affare. La prima volta ne scrissi a V. S. illustrissima le favorevoli risposte. I giorni indietro volli valermi dello stratagemma medesimo: ed il ministro m'interruppe subito ridendo e mi disse: "Questa signorina scrive a tutto il genere umano". Risposi anch'io ridendo "che il bisogno è maestro d'eloquenza assai più eccellente di Quintiliano": ma il mio scherzo non fu uncino bastante per la continuazione del discorso: ed io, non potendo giovare, non volli espormi a far danno: e serbai le mie premure a maggior probabilità d'esser utili. Qui non si sente parlare affatto d'un successore al signor Kinner, secondo le mie induzioni parmi che il ministero consideri del tutto inutile quell'impiego: e s'io dovessi indovinare, direi che non se ne destinerà alcuno.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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