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      Mi trovo inaspettatamente onorato, riveritissima signora contessina, d'una vostra lettera in data del 4 del corrente, della quale (colpa forse del mio tardo ingegno) non intendo che le prime linee, nelle quali mi accusate di non aver risposto a due vostre antecedenti: ed a questa chiara accusa io oppongo la chiarissima protesta di non esser debitore d'alcuna risposta: onde non potendo mai dubitare della vostra fede, convien che mi scateni contro quella delle poste, che mi addossano anche il demerito di negligente, quasi che io non abbondassi troppo più di quello ch'io non vorrei di questa merce dolorosa. Rendendomi dunque voi il giusto contraccambio di fiducia, non dubito che sulla fede delle mie asserzioni sarete persuasissima ch'io v'abbia scritto ogni volta che le vostre proposte hanno autorizzato il mio rispetto a farlo senza timore di diventarvi importuno.
      Sul resto della lettera non so, gentilissima signora contessina, candidamente che dirvi. Vi son cariche, vi son reverendissimi, vi sono esagerazioni sulle miserie del bel sesso, vi sono condanne senza spiegazione di delitto, vi sono difese non dimandate, vi sono commissioni misteriose: e tutte queste droghe insieme fanno per me un composto molto più inesplicabile che qualunque più tenebroso oracolo di Delfo o di Dodòna. Se questo è un panegirico ad onore e gloria mia, ve ne rendo, riverita signora contessina, le più vive e sincere grazie: se questa è una satira, prego Dio che ve la perdoni: e se mai fosse una predica, supplico voi a mandarmene una traduzione in volgare, affinché io possa approfittarmene.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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