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      Se cotesta gentilissima dama ha portato seco il desiderio di Vienna, ne ha lasciato eguale e maggiore in tutte quelle persone che hanno ottenuta la sorte di conoscerne il merito: e sarebbe universale se l'avesse permesso la sua filosofica noncuranza. Vi supplico di ringraziarla e riverirla a mio nome, non meno che il degnissimo di lei consorte.
      Ho invidiato quelli che si sono trovati ai ricevimento del signor generale Harrchs: avrei ben volentieri accresciuti anch'io coi tributi della mia privata quelli della pubblica stima ch'egli giustamente riscuote. Rendetegli presente vi prego l'ossequiosa servitù mia, ed approfittatevi anche per me della invidiabile società ch'egli e presta e procura.
      Un tenero abbraccio al carissimo mio signor tenente maresciallo, del quale pregandovi d'imitare la inalterabile amicizia, pieno della solita ossequiosa stima ostinatamente mi protesto.
     
     
     
      873
     
      AD ANGELO MARIA MONTICELLI - DRESDA
     
      Vienna 6 Agosto 1755.
     
      Oltre il capitale del proprio merito, quello di avermi procurato una lettera del mio amatissimo Radamisto obbligarebbe tutta la mia attenzione a favore del signor Bartolomeo Puttini, se la mia attenzione fosse di qualche valore. Qualunque ella sia io gliel'ho offerta senza riserva, e sarei superbo ch'egli mi convincesse (contro la mia espettazione) ch'io son pur buono a qualche cosa. Convincetemi voi almeno della costanza dell'amor vostro, che mi farà sempre essere con tenerezza eguale alla stima.
     
     
     
      874
     
      ALL'ABATE MANFREDI - FIRENZE
     
      Vienna 14 Agosto 1755.
     
      Che il gentilissimo signor abate Manfredi creda me fra coloro che si conoscono obbligati per legge indispensabile di natura ad esser utili quanto possono alla loro spezie, e particolarmente a quelli che si studiano d'onorarla, è opinione che ambisco di nutrire in lui, ed avrei gran rossore di distruggere; ma l'idea della facoltà ch'egli mi attribuisce è un inganno della lontananza che scema, che ingrandisce, che trasforma gli oggetti.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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