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      La fretta scema le parole, ma non la tenera stima con cui sono.
     
     
     
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      AL SIGNOR RHETZ - MONACO
     
      Vienna 24 Novembre 1755.
     
      In grazia del sensibile piacere che mi ha prodotto la lettura del suo Tito recentemente scritto, e dell'onore che io ritraggo dal generoso dono che a V. S. illustrissima è piaciuto di farmene, io perdono volentieri al mio il cattivo ufficio ch'egli mi ha reso, eccitandomi un così valoroso rivale. Non saprebbe ritrovare tutta la maligna gelosia di mestiere nella sua tragedia altro di riprensibile, se non se l'eccesso della sua superstiziosa cura nell'evitar di riscontrarsi con altri. Lasci questo pensiero a quegli sterili ingegni che rendono, come l'arena, senza minima alterazione, il seme lor confidato. Nell'ingegno de' suoi pari, come appunto nei fecondi terreni, fermenta, moltiplica, cangia forma, e divien proprio anche il seme straniero. È pretensione degna di riso l'esigere che non si rassomiglino fra loro i ritratti della natura. Quanto gl'imitatori saran più eccellenti nell'accostarsi al prototipo comune, tanto meno saran fra loro diversi. Si sciolga ella da questi ceppi, per vantaggio del Parnaso francese, e siccome ha somministrate a me occasioni di ammirarla, non mi nieghi quella d'ubbidirla e di mostrarle la perfetta giustissima stima con cui sono.
     
     
     
      901
     
      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 1 Dicembre 1755.
     
      La navigazione del nostro Genzano dee aver avuti propizi tutti gli dei marini. Con la posta di ieri ho avuto avviso da Trieste che il dì 23 dello scorso novembre era di là già partito a questa volta, onde forse nel venturo ordinario potrò darvene conto.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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