Pagina (1090/1548)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Le dico dunque, senza lusingarla, che sono contentissimo della sua elocuzione. Essa è chiara, essa è facile, essa è nobile e armoniosa. I pensieri son giusti e non mendicati, e quali in somma debbon essere. Le arie son tutte felici: e fra queste alcune si distinguono, ed io vorrei volentieri averle scritte. Il dramma sarebbe sicuro per mio avviso dell'approvazione del pubblico, s'ella l'avesse meno procurata con la moltiplicità degli avvenimenti, i quali per l'angustia del tempo si rubano l'un l'altro, come i frutti d'una pianta troppo feconda, il necessario nutrimento. Quindi nessuno perfettamente matura, e lo spettatore non ha tempo di disporsi a ricevere l'impressione che gli si destina. Io medesimo avendo urtato talvolta in questo scoglio avverto gli altri a mie spese. S'io avessi la sorte d'esserle vicino, spererei di farle conoscere con quanto di meno avrebbe ella interessato di più, o riuscirebbe a lei di persuadermi il contrario, se mi scoprisse una ragione che mi fosse sfuggita. Ma da lontano come scriver tanto?
      È una prova della vera amicizia la libertà con cui le parlo, e che con altri non così facile avventurerei. Mi corrisponda riamandomi, comandandomi, e credendomi.
     
     
     
      906
     
      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 18 Dicembre 1755.
     
      Eccovi la procura con tutto quello che avete domandato, e con qualche cosa di più. L'ho distesa io medesimo per convincervi ch'io non ho scossa affatto tutta la polvere forense, malgrado i frequenti viaggi sul ventoso Parnaso. Desidero che se ne faccia buon uso, e frattanto vi abbraccio e sono.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Dicembre Parnaso