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      Non isbadigliate, riverita signora contessa: un pochetto di morale è molto a proposito con le persone afflitte, come voi ragionevolmente siete al presente.
      Se il signor contino Coronini mi farà vedere il suo componimento, gliene dirò sinceramente il mio parere: ma fin ora non me ne ha parlato alcun vivente.
      Abbraccio teneramente il mio caro signor tenente maresciallo; auguro a voi consolazione, ed a me efficacia onde persuadervi la vera costante e rispettosa stima con la quale io sono e sarò eternamente.
     
     
     
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      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 7 Giugno 1756.
     
      Dalla vostra delli 22 del caduto comprendo che, per mettere in equilibrio il vostro erario, avete bisogno di una ventina di scudi romani da paoli dieci per scudo. Con questa lettera, da valere come ordine espresso, andate dal nostro degnissimo signor Francesco d'Argenvillières, e dopo averlo riverito distintamente e teneramente abbracciato, pregatelo a nome mio di somministrarvi la somma suddetta e darne debito a me ne' nostri conti. Ditegli di più, che questa mattina è stato da me il giovane signor Pavese, a cui ho offerto quanto vaglio, a riguardo delle premure d'un amico del suo peso, ma i bisogni del raccomandato veggo che sono più impalpabili della mia facoltà; onde temo che il desiderio di servirlo rimarrà infecondo e non cambierà mai di natura.
      Se il lotto vi diverte io ne sono sodisfattissimo, purché la vostra moderazione sappia prescrivere argini alle promesse delle belle speranze. L'incomodarsi per divertimento non sarebbe da uomo che ragiona.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Coronini Giugno Francesco Argenvillières Pavese