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      Il nemico ha presa la via della Boemia costeggiando il Glatzese, ed io non so dirvi a puntino dove ora si trova. In somma il nostro Fabio Massimo con una piccola armata l'ha obbligato a trattenersi tanto che potessero unirsi le nostre forze, e non gli ha permesso d'avanzare un passo, gli ha fatto consumare inutilmente 20.000 uomini in circa, alcuni milioni, un convoglio molto maggiore di quello che vi scrissi, ed il prezioso tempo di due mesi, e finalmente con una improvvisa marcia magistrale l'ha costretto a cercar la sua salute nella esercitata velocità de' suoi argiraspidi. Desidero e spero conseguenze corrispondenti. Addio.
     
     
     
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      A FRANCESCA MARIA TORRES ORZONI - GORIZIA
     
      Vienna 12 Luglio 1758.
     
      Spero che i vostri spaventi, riveritissima signora contessina, saranno in qualche parte scemati dopo che il re di Prussia ha creduto a proposito d'abbandonare quella nuova specie d'assedio che faceva al povero Olmütz, da voi creduto moribondo, benché avesse una armata vicina e le porte aperte. Non dubito che molti intelligenti di guerra (come io non sono per mia disgrazia) crederanno quella levata d'assedio uno stratagemma militare per portarci qualche colpo mortale: ma il mio corto ingegno non trova la maniera d'accordar questo tratto artifizioso con la perdita del gran convoglio ch'egli faceva venire in Moravia naturalmente per servirsene, e non per farcene regalo. Io così alla prova di Dio venero ed ammiro il nostro Daun che con una picciola armata bisognosa d'ingrossare ha saputo trattenere un capitano che si era preparato da cinque mesi a questa impresa, in tal modo che non ha osato né pure d'avanzarsi sino a Brunn.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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