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      La maggior parte rimase incenerita; quelli che volevano rifugiarsi nella città eran ricevuti a colpi di cannone a cartocci: quelli che ricorsero in un cimitero che solo ancora non ardeva, vi perirono presi di mira dall'artiglieria, dalle bombe e dalle palle infocate che diluviavano loro addosso dalla città: alcune centinaia, nudi e mezzi abbronzati, si rifugiarono gridando al nostro campo, oggetti di compassione, d'indignazione e d'orrore.
      Il maresciallo mandò il dì seguente un ufficiale in Dresda con l'ambasciata a Schemetan che la guerra non autorizzava a tali barbarie e che ne renderebbe conto personale. Il comandante rispose ch'egli era soldato, ch'eseguiva i suoi ordini e che si sarebbe difeso in ogni luogo della città, senza avere un minimo riguardo né al palazzo, né alla famiglia reale.
      Da questa epoca io non so altro, se non che con l'ultime lettere i nostri erano ancora in quelle vicinanze, e che Daun né prima né dopo l'incendio e la risposta non ha fatto scaricare sulla città né pure un colpo di fucile. Videbimus. State sano e credetemi.
     
     
     
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      A DANIELE FLORIO - UDINE
     
      Vienna 22 Novembre 1758.
     
      La Corte (e seco il nostro signor Conte di Kewenhüller), che non si è trasportata in città se non se tre giorni sono, ed il corso di vita filosofica che parte per elezione e parte per le irregolarità di mia salute io mi son da lungo tempo proposto, sono le cagioni che mi hanno differito il piacere di eseguire gli ordini stimatissimi di V. S. illustrissima e di rendergliene conto. Ora avendola ubbidita, posso assicurarla che il signor conte suddetto, perfettissimo conoscitore del distinto merito di V. S. illustrissima, ha ricevuto con riconoscenza e letto con infinito piacere il bellissimo suo sonetto, rilevatane copia, commessomi di rendergliene grazie e di congratularmene a suo nome con V. S. illustrissima e promesso di vegliare e di approfittarsi della prima destra opportunità di fargliene merito con gli augustissimi padroni: a' quali lo avrebbe già presentato, se un concorso di poco favorevoli accidenti non ci avesse defraudati del giustamente sperato frutto della magistrale sorpresa dell'immortale nostro maresciallo Daun.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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