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      Se non sono riuscite le imprese di Dresda e di Neiss, considero che non è stato opera del re di Prussia, né demerito o mancanza del nostro irreprensibile comandante: e qualunque sia stato l'autore, spero che quest'esempio lo illuminerà per un'altra volta. Rifletto che al fine di una campagna di sette e più mesi la Casa d'Austria non ha mai presi quartieri d'inverno con una armata così florida e numerosa. Mi consolo ripensando che in tutta la suddetta campagna le nostre armi non hanno sofferto il minimo svantaggio, e le nemiche diversi. Se pago (per la prima volta dopo tre anni di guerra) un dieci per cento de' miei soldi e delle altre mie rendite, penso che questo è il minimo che potrebbe togliermi una grandine, e mi ricordo che quando si pensava solo a tempo di Carlo VI di far marciare 20 mila uomini si pagava lo stesso e più, e non si esigevano soldi, di modo che ci ha lasciati, morendo, con 13 o 16 quartali di credito. Con queste considerazioni invece di piangere mi rallegro, e spero sempre bene, e mi rido della timida prudenza de' rivali di Geremia. Credetemi, riverita signora contessa, fate il medesimo e ve ne troverete assai bene.
      Avanti ieri è arrivato il nostro maresciallo Daun florido e vegeto, e nella sua prosperità si vedono gli effetti de' voti universali, perché io non conto fra gli uomini que' pochi miserabili che non fan voti per lui.
      Abbracciate la cara metà, inspirategli il mio sistema fondato solidamente sul vero e credetemi con rispetto inviolabile.
     
     
     
      1074
     
      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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