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      Qui lo strepito marziale non fa sentir le nostre povere cetre, anche in tempi tranquilli poco alla moda. Onde conviene intanto ch'io mi contenti d'amarvi e stimarvi così in distanza, continuando ad essere il vostro.
     
     
     
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      A FERDINANDO ARBORIO GATTINARA DI SARTIRANA - PRAGA
     
      Vienna 9 Gennaio 1760.
     
      Ed è possibile, gentilissimo signor Gattinara, che la formalità delle buone Feste, flagello de' poveri segretari, non sia detestata da voi, che pur siete stato del numero? Forse regolandovi con la cronologia mi avete creduto tenace de' vecchi ancorché rancidi costumi? Ma in questo v'ingannate, poiché rispetto all'abolizione delle incomode superfluità io sono ancor giovanissimo. Perdono al piacer che ho sentito nel ricever vostre notizie l'insulto che fate alla mia gioventù, e vi replico duplicati per vendetta tutti gli auguri co' quali mi avete così inaspettatamente sorpreso.
      Benché io non sia in carteggio con cotesto degnissimo signor conte Sporck, ho per lui quella giusta rispettosa stima che gli è dovuta: anzi vi dichiaro mio plenipotenziario affinché (cadendovi in acconcio) gliela rendiate presente.
      Giacché non ostante le giuste repugnanze della vostra famiglia reputate ancor necessario di far numero fra l'armonica gerarchia, mi piace che vi allontaniate almeno dalla patria; onde non abbiano i vostri il rammarico presente di vedervi in un ordine nel quale la natura non vi aveva destinato. Desidero che sappiate uscirne sollecitamente: ed augurandomi intanto occasione e facoltà di servirvi, pieno di vera ed affettuosa stima mi dico.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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