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      Questo, lasciando solamente per qualche tempo i posti avanzati, levò in grandissima fretta tutto il suo campo e marciando a rotta di collo sulla sua sinistra si avvicinò all'Odera con l'idea d'evitare un fatto generale e forse di coglier solo il picciolo corpo che conduceva Laudon. Infatti avendo questo passato il Katzbach s'incontrò inaspettatamente con la testa dell'esercito nemico e fu da lui creduto un corpo volante. L'assalì, lo disfece, tagliò in pezzi due reggimenti intieri, prese undici fra bandiere e stendardi, tutto il cannone e quantità di prigionieri. Ma rischiarandosi frattanto il giorno e diradandosi la nebbia s'avvide che giunto il re con 45 mila uomini procurava di circondarlo. Considerando egli allora che con soli 14 mila uomini, e già stanchi e scemati, non poteva prudentemente sperar vantaggio contro 45 mila interi e freschi, pensò combattendo ritirarsi in ordine. Abbandonò il campo, il cannone del nemico e qualche parte del proprio. Fece situare sopra un'altura dietro di sé due batterie, sotto la protezione delle quali ripassò in faccia al nemico il Katzbach, e si ritirò sull'altra sponda in guisa da far costar carissima l'intera sua disfatta al Prussiano. Il re che s'avvide che per compir l'impresa bisognava qualche tempo, e non potendo prudentemente perderne molto senza il pericolo d'esser sopraggiunto da Daun, lasciò in pace Laudon, e ritirandosi in fretta abbandonò il campo di battaglia con tutti i suoi morti e feriti e con la maggior parte dell'artiglieria di Laudon che avea antecedentemente occupata.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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