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      Ella risponderà che contro il fatto non vagliono gli argomenti: ed io replicherò che gli uomini sono obligati ad argomentare e non a profetizzare: tanto più che i fenomeni teatrali sfuggono così spesso alla vista della prudenza, che svergognano così poco sbagliati, quanto poco onorano preveduti.
      All'eccellentissimo signor principe suo figliuolo le ossequiose mie riverenze, e sono col solito inalterabile rispetto.
     
     
     
      1200
     
      A P. L. D'ORMONT BUYRETTE DE BELLOY - PIETROBURGO
     
      Vienna 30 aprile 1761.
     
      Non attribuite, gentilissimo signor de Belloy, a difetto d'attenzione e di stima la tardanza della mia risposta alla obbligante vostra lettera, e de' miei rendimenti di grazie per il cortese dono del vostro Tito. Le frequenti commissioni poetiche della nostra Corte, ricca d'adorabili principesse, tutte amatrici di musica, il dovere di leggere e rileggere più volte, prima di rispondere, il trasmesso dramma, e le impertinenti e non rare irregolarità di mia salute non mi lasciano l'agio ch'io vorrei per potermi abbandonare al genio e agli amici. Rapisco ora qualche momento alle mie poco utili, ma inevitabili distrazioni; stimolato più dal debito e dal rimorso che secondato dal comodo.
      La necessità di servire al genio degli spettatori della vostra nazione avendovi obbligato a trattare il soggetto del Tito così diversamente da me, è pura gentilezza vostra il volermi attribuire qualche parte nel merito d'una tragedia divenuta originale. Sarebbero quasi tutti copisti i pittori, se convenisse questo nome a chiunque non è stato il primo ad esprimere co' suoi colori o la morte d'Abele o il sacrificio d'Abramo o altro qualunque avvenimento.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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