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      Me ne congratulo con essovoi: e dal vigore della mente argomentando quello della macchina, mi figuro che siate ancor vegeto e verde, ed in istato d'affrontare ancora una lunga serie di stagioni.
      La sorpresa che ha cagionata alla gentilissima signora Livia Accarigi la giustizia ch'io rendo a' suoi rari e colti talenti non so se sia più panegirico della sua modestia, che opinione poco favorevole del mio carattere. Non dovea esser ella mai sorpresa delle mie lodi, se non mi credesse un poeta burbero, critico, e schizzinoso. Non intendo chi abbia potuto farle di me un tal ritratto, e meno intendo perché voi non vi siate sbracciato a distruggerlo. Vi perdono l'esame delle cagioni del passato, a patto che in avvenire mi mettiate in miglior lume nell'idea di cotesta stimabilissima damigella. Vedrò con infinito piacere la Tomiri ch'ella sta verseggiando: me ne prometto moltissimo; e son curioso d'osservare con qual grado di compiacenza ella tratti l'eccessiva crudeltà della sua eroina. Riveritela intanto distintamente a mio nome: e voi riamatemi ostinatamente e credetemi con l'antica invariabile tenerezza.
     
      P. S. Non ho nuove né dell'Alcide né del musico portatore. Dovrebbe ormai esservi giunto. Se mi si offrisse altra occasione replicherei il dono per assicurarlo: ma non saprei a chi ricorrere. Addio.
     
     
     
      1204
     
      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 18 Maggio 1761.
     
      I discorsi della tremenda ira ottomana, che dalla vostra del 3 del corrente sento alla moda in Roma, hanno corsa tutta l'Europa, fomentati, come circostanza preparativa al congresso pacifico, da quelli che ora deplorano le miserie dell'umanità tra gli orrori della guerra che hanno accesa ne' quattro cardini del mondo conosciuto.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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