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      Mentre mi auguro, anzi mi prometto, questo nuovo piacere, la prego di non invidiarmi l'altro de' suoi comandi onde io possa convincerla della dovuta perfettissima stima e della viva riconoscenza con la quale sono.
     
     
     
      1207
     
      A MARCO COLTELLINI - LIVORNO
     
      Vienna 25 Maggio 1761.
     
      Geloso del mio buon costume voi non avete voluto, riverito signor Coltellini, somministrarmi motivi onde insuperbire dell'efficacia della mia eloquenza, poiché, malgrado le vive rimostranze della medesima, vi è piaciuto di persistere costantemente sul vostro proposito, con pubblicare una dedica che, onorandomi troppo, può eccitare la curiosità d'investigare s'io la meriti: esame che più prudentemente si evita che non si affronta.
      Basta, il Ciel vel perdoni. Io sono così sedotto della vivacità poetica e della magia della bellissima vostra lettera, che i miei meditati risentimenti mi degenerano sulla penna in applausi e rendimenti di grazie.
      Voi volete il mio giudizio sul dramma: eccovelo sincero, e non contaminato dalle segrete propensioni dell'amicizia e della riconoscenza. Tutto lo stile del libro è vivo, armonioso, pieno d'immagini e di pensieri: vi son arie ch'io v'invidierei se la natura mi avesse fabbricato capace di tale affetto: in somma nel vostro verseggiar si conosce ad evidenza l'eccellenza del terreno e la cura di coltivarlo. Quanto poi all'economia della favola (non so se per colpa del primo Autore o se della necessità di restringere in troppo angusto sito le invenzioni di quello) parmi che gli avvenimenti troppo affollati soffrano lo svantaggio delle piante, che messe in troppo ristretto terreno si soffocano a vicenda per mancanza dello spazio necessario al progresso di ciascheduna.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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