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      Or vedete, per carità, a quali rischi sarebbe esposto uno scrittor drammatico se si aprisse questa strada? Noi obbligati a rappresentar fatti di principi, e non meno i detestabili che i lodevoli, potremmo (attesa la somiglianza delle vicende umane) essere ogni momento accusati d'aver fatto ritratti satirici. L'ho pregato con una mia risposta ad astenersi assolutamente di farmi questo onore, ed insieme col signor conte di Canale abbiamo creduto che non bisognerà impedimento più autorevole. Pure, insieme col suddetto cavaliere vi prego d'invigilare (senza spiegarvi col signor Bartoli) affinché, se mai si ostinasse a favorirmi più di quello ch'io voglio, possiamo in tempo autorevolmente impedirlo.
      Amico, io son di nuovo alle mani con le Muse. Che ne dite? Addio, riverite la gentilissima sacerdotessa, e credetemi.
     
     
     
      1279
     
      A FRANCESCA MARIA TORRES ORZONI - GORIZIA
     
      Vienna 11 Settembre 1762.
     
      Benché il trovarmi privo delle vostre lettere sia per me, riverita signora contessa, uno de' miei non ordinari malanni, confesso che non ardisco lagnarmene quanto dovrei, a vista della gentilissima scusa con la quale vi è piaciuto di raddolcirmi il vostro lungo silenzio. Tutto quello ch'io potrei dirvi per mia vendetta si perde in quel che mi suggerisce la gratitudine dovuta a così cortesi ed obbliganti espressioni. In somma voi possedete la dottrina di saper convertire in beneficii anche i più sensibili svantaggi. Avrei più sollecitamente risposto al gentilissimo vostro foglio, ma la mia adorabile augustissima padrona, giudicando troppo parzialmente del mio vigore, mi ha rispedito nuovamente in Parnaso, e non con leggera commissione.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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