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      Tutti dicono che la pace è fatta: io non lo credo ancora. Si farà forse: ma io non consento nel preterito. Addio. Riverite il signor Guglielmi: spartite i miei abbracci.
     
     
     
      1293
     
      AD ANTONIO GREPPI - MILANO
     
      Vienna 23 Febbraio 1763.
     
      Per mezzo del signor Soresina eccomi di nuovo provveduto a nome di V. S. illustrissima dell'annuo delizioso formaggio. È un pezzo che la sorgente delle mie espressioni si trova inaridita ed incapace di somministrarne tali che in qualche modo corrispondano alla costante sua generosa e gratuita gentilezza. Ma non avviene lo stesso alla mia gratitudine, che aumentando, come è ragione, di giorno in giorno, mi rende impaziente sempre più di convincerla con prove reali della stima, dell'ossequio e dell'affetto con cui non lascerò mai d'essere.
     
     
     
      1294
     
      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 28 Febbraio 1763.
     
      Non so perché in quest'ordine non mi sian giunte vostre lettere. Questa mancanza ed il nostro stato pacifico non somministrano materiali; onde la brevità è irreprensibile. Qui non si è cantato ancora il Te Deum per la pace, come si suol de more. Dicono che si dev'aspettare che siano trasmesse le vicendevoli ratificazioni, e che sarà il dì festivo, e la gala il giorno 13 del prossimo mese. Deus bene vertat. Io per altro continuo a demittere auriculas.
      Addio, vi abbraccio con la sirocchia.
     
     
     
      1295
     
      A TOMMASO FILIPPONI - TORINO
     
      Vienna 7 Marzo 1763.
     
      Vi siete apposto, caro amico, nell'ultima vostra dell'11 del caduto febbraio, argomentando che la mia nuova opera non sia stata ancora rappresentata.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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