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      Egli mi commette di farvi mille riverenze a suo nome. Potete immaginarvi s'io lo secco con le mie richieste intorno alla vostra cara persona.
      Voi, che siete pieno d'umanità, esaminate un poco il nostro Cetrulo su le cagioni del suo viaggio di Napoli. A me pare ch'egli vada a pericolo di perdersi. Ho predicato: ma inutilmente. Fate anche voi l'opera pia di persuaderlo.
      Addio, Carluccio mio de zuccaro: stamme bono, e no me peccà cchiù: sciatate ssi cincocient'anne che te restano; e vuoglieme bene cca sso rafaniello. Il fedelissimo gemello.
      Che fa il mio caro Carlani? S'è in Bologna, mille saluti.
     
     
     
      1305
     
      A GIOVANNI CLAUDIO PASQUINI - SIENA
     
      Vienna 2 Maggio 1763.
     
      Rispondo tardi ad una carissima vostra del fin di marzo, perché mille inevitabili fanfaluche mi hanno distratto ed annoiato obbligandomi a perdere miseramente il tempo in occupazioni che non rilevano un fico. Sarebbe cosa da bestemmiar come un vetturino, se non si pensasse che queste son pensioni che si pagano delle rendite del pingue beneficio della società tanto necessaria alla nostra sussistenza.
      Quando l'augustissima mia adorabile padrona mi manda con un suo comando in Parnaso, a forza di rispetto e di santa ubbidienza mi vado rampicando come posso, e faccio bene o male il mio viaggio, ammirandola moltissimo che non sia stanca di tolerarmi. Per altro io non so che fare di quelle cicale delle Muse: e chi vi ha detto che mi abbiano dettate cinque canzonette vi ha dette cinque badialissime fandonie da pigliar con le molle. Ho bene scritta ultimamente un'operetta per le nostre arciduchesse, ma mille accidenti di Corte ne hanno impedita la rappresentazione: onde è rimasta prigioniera nel gineceo.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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