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      Continui a riamarmi e mi creda con affetto eguale alla stima.
     
     
     
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      A F. P. VASQUEZ - ROMA
     
      Vienna 15 Settembre 1763.
     
      Parte finalmente da questa Corte il mio degnissimo padre maestro Azzoni, lasciando di sé quella stima e quel desiderio che sono dovuti alla scelta sua e profonda dottrina ed all'amabile suo filosofico ed irreprensibile carattere. Io non risento solo il pubblico danno, ma soffro nella sua partenza il privato considerabile svantaggio di vedermi privo d'un amico la di cui consuetudine facea gran parte della mia delizia in questo soggiorno, e perdo insieme un canale per mezzo del quale io potea, senza esserle grave, protestare a Vostra Paternità reverendissima di tratto in tratto l'alta stima e la giusta venerazione che le sue rare e grandi qualità mi hanno impressa nell'animo, non solo per le pubbliche luminose pruove che ella ne ha date (non contentandosi di limitar le sue beneficenze alla religiosa famiglia a lei dalla Providenza confidata), ma per la minuta paterna e generosa cura con la quale ho veduto che ella veglia al comodo ed al decoro de' soggetti che, come il gratissimo padre maestro Azzoni, hanno saputo meritarla.
      Non creda Vostra Paternità reverendissima questa lettera una minaccia della mia futura importunità: io so quanto siano preziosi i suoi momenti ai progressi della religione e delle belle arti, ed arrossirei di defraudargliene alcuno: ma non so contenermi di protestarle almeno una volta per sempre l'ammirazione, la stima ed il vero rispetto con cui sono.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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