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      Egli è un uomo d'una probità poco comune, totus teres atque rotundus; ed ella è la giovane Bauci di questo ancor vegeto Filemone. Se poi giungete a cogliere in casa il degnissimo mio signor canonico Garampi godetevi anche a conto mio qualche tratto di più della sua dotta e invidiabile compagnia.
      Ecco visite, onde vi lascio. Senza queste avrei fatto oggi lo sforzo di scrivervi una o due righe di più. Ma queste bastano per abbracciarvi e confermarmi.
     
     
     
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      A GIUSEPPE BARBIERI - VICENZA
     
      Vienna 3 Ottobre 1763.
     
      Ho riletto replicatamente e con nuovo piacere il bell'Oratorio ch'ella si è compiaciuta inviarmi, e (senza mescolanza di riguardi ufficiosi) posso asserirle candidamente che ho ritrovato in esso anche nuove bellezze oltre quelle ch'io nel medesimo, già fa alcun tempo, osservai. Il soggetto è grande, la condotta savia e naturale; i caratteri veri ed uniformi a se stessi; gli affetti vivi e vivamente espressi; la dottrina solida e non comune; e le arie, come tutto lo stile del componimento, armoniose, felici, nobili e chiare. Onde me ne congratulo sinceramente con V. S. reverendissima, e le auguro ozio ond'ella possa alternar i suoi studi più severi con quelli delle sacre Muse, che a questo segno la favoriscono. Mi sono altresì sommamente compiaciuto nella lettura del Canzoniere del degnissimo suo fratello. Ho ammirato, oltre la pietà e l'erudizione, il sommo giudizio nel sapere approfittarsi delle solide bellezze del Petrarca, e non adottare come fanno per lo più gli aridi imitatori di lui, come ornamento luminoso, la ruggine del secolo in cui visse e che quel divino ingegno medesimo deporrebbe se tornasse a viver nel nostro.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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