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      Io riconobbi al colore di qual fondaco fosse la stoffa: ed egli rimase stupefatto nello scoprirmi profeta. Oh come è innamorato della vostra cortesia, del vostro contegno, e d'ogni vostra circostanza! Non parlò per un'ora e mezzo che di voi: e potete immaginarvi ch'io non gli diedi occasione di cambiar di proposito. Mi pregò di scrivervi mille riverenze e tenerezze a suo nome, e dovetti giurar su gli agnus Dei di non dimenticarmene. Onde ricevete la lettera di cambio ch'io ve ne traggo a vista per altrettanti ricevuti contanti. Non ho veduto ancora il baron di Lescengol, ma intanto per mezzo d'un amico comune gli ho fatto sapere quanto mi scrivete sul suo armonioso e venereo proposito.
      Caro gemello, il mio diavolo muto non vuol dir né male né bene. Quando io non so abbastanza per parlar chiaro, prendo il partito di tacere, non avendo potuto in trentatré anni di Corte imparare il linguaggio degli oracoli stirabile ad ogni senso. Io sono sul gusto del sì e del no rotondo: stile de' nostri bisavi. Or venendo a noi vi dirò a cuor aperto: che se il progetto vostro è quello che a me pare di scoprire fra la nebbia delle vostre espressioni, non v'è cosa al mondo che rispetto al mio particolare potesse più piacermi e consolarmi: e se voi dubitaste un momento di questa verità, sareste quello che non può mai essere il mio gemello, cioè l'anima la più ingrata di quante mai ve ne siano state su la superficie della terra. Ma il busillis si è: che un uomo onesto non dée comprare il proprio piacere col discapito d'un amico, e d'un tale amico come voi siete.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Lescengol Corte