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      Un dovere indispensabile mi obbliga, caro amico, ad accrescere l'agitazione della crisi in cui dovete trovarvi, con secondar le istanze d'un nostro povero collega, orbo indigente e vostro antecessore. A queste poco invidiabili circostanze riconoscerete lo sventurato abate Pasquini, che ora nelle sue miserie si trova addosso per morte d'un suo nipote già impiegato in Roma cinque pronepoti nudi ed affamati. Godeva egli per munificenza della gloriosa memoria del re Augusto una picciola pensione in Dresda, della quale non ha mai avuto di bisogno come al presente. Or se la vostra fraterna carità può trovar adito di rappresentare a cotesti adorabili sovrani il caso deplorabile di questo loro antico e fedel servitore, non dubito che sarà conservato nella predetta pensione all'infelice Pasquini questo quasi unico sostegno della sua avanzata e bisognosa vecchiezza. Io non ho né il merito né la temerità di avventurar le mie umilissime preghiere a tentar di sollevarsi fino a cotesti adorabili sovrani: ma se la vostra efficacia produrrà gli effetti ch'io spero, mi parrà d'essere io stesso il beneficato.
      * Siamo in grandi angoscie per l'arciduchessa Isabella. Oggi è il nono giorno ch'è stata assalita dal vaiuolo, ha partorito innanzi tempo, e l'abbiamo pianta già due volte per morta. Ieri sera migliorò alcun poco, e questa mattina conserva ciò che ha guadagnato: onde ricominciamo a sperare.
      Mille complimenti alla signora contessa N. N. e voi non vi stancate di riamare il vostro.*
     
     
     
      1345
     
      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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