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      Alla venerabile sacerdotessa mille riverenze a mio nome, e voi continuate a riamarmi ed a credermi.
     
     
     
      1389
     
      A FRANCESCA MARIA TORRES ORZONI - GORIZIA
     
      Vienna 9 Giugno 1764.
     
      È verissimo, riverita signora contessa, il mio debito d'una risposta alla lettera che ha preceduto il vostro rimprovero, ma questo è adornato dalla generosità vostra (senza mio merito) con la gratuita qualificazione che vi piace attribuire alla mia presente tardanza, d'antico invecchiato costume. Contro questa poetica assertiva protesto nella forma più solenne, pronto a provarvi in giudizio di non aver debito alcuno, e forse neanche questo, che per troppa dolcezza di cuore nel principio di questa lettera mi trovo avere inconsideratamente confessato. Ed eccovene l'incontrastabile ragione. La lettera vostra, dopo la quale io non ho più scritto, era risposta ad una proposta mia, con la quale vi mandai la mia Egeria: e le risposte, secondo i canoni di segretarìa pagano un debito, ma non acquistano un credito. È vero che, a dispetto della solida ragione che (come vedete) ho contro di voi, io non potrei giustificarmi così facilmente con me medesimo d'essermi defraudato per qualche tempo del piacere e dell'onore d'una così invidiabile corrispondenza, se l'impertinenza de' miei flati ipocondriaci, che da qualche mese in qua mi perseguitano più indiscretamente del solito, non mi avesse arrestato sul giusto timore che non fossero tinte anche le mie lettere di quel color pavonazzo del quale il mio umore è presentemente contaminato: onde voi, senza colpa de' malanni ch'io soffro, doveste soffrirne ingiustamente la noia.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Giugno Egeria