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      L'altra accusa che mi fate non è fabbricata sopra maggior fondamento. È verissimo ch'io non ho passato con voi alcun ufficio di condoglianza per la funesta perdita da voi ultimamente sofferta: ma ditemi, signora contessa, mi avete voi autorizzato a farlo? Vi siete compiaciuta di dirmene una parola? È sempre incivile inumanità l'andar rinnovando il dolore di simili piaghe: ma il farlo poi senza la scusa della necessità di rispondere ad una partecipazione, è imperdonabile indiscretezza di persona rozza ed inconsiderata.
      Voi vedete, mia riverita signora contessa, che il vostro bel cuore ed il gentil vostro costume non è fatto per sostenere il ruvido personaggio di accusatrice: onde cambiate mestiere e riuscirete in tutto con molta maggior felicità.
      La bella signora contessa Lignowsky mi attribuisce un onore da me non meritato, chiamandosi mia allieva. Il campo meritava veramente coltura, e da quello che si vede non gli è mancata: ma io non sono stato eletto a così invidiabile impiego: e, assai noto a me stesso, non avrei mai avuto la temerità di aspirarvi: se mai vi trovate seco, rendetele vi prego mille grazie a mio nome della gentil memoria di cui mi onora.
      Al mio caro bassà ed al degnissimo signor tenente maresciallo mille riverenze ed altrettanti tenerissimi abbracci. Continuate ad interrompere le idee malinconiche con le frequenti allegre peregrinazioni, e con costanza eguale al rispetto credetemi invariabilmente.
     
     
     
      1390
     
      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 11 Giugno 1764.
     
      Brevis oratio.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Lignowsky Giugno