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      1401
     
      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 13 Agosto 1764.
     
      Ha calmate in gran parte le mie sollecitudini la vostra del 28 dello scorso luglio, che di carattere dell'infermo mi assicura esser egli senza febbre. Ma non potrei asserir perciò di trovarmi pienamente tranquillo. I grandi riguardi del medico ed il sentir che già da un mese indietro eravate soggetto al ritorno di queste febbri mi lascia ancora qualche sospensione d'animo: tanto più che mi pare che non sappiate voi stesso qual sia la vostra infermità. Ignoranza per altro assai comune a' dì nostri ne' quali (mercé le belle scoperte de' sublimi illuminatori di questo secolo) non si sa più in che religione si nasca, con quai leggi si viva, né di quai morbi si muoia. Abbiate diligente cura di voi: questo vuol dire che non secondiate la voglia impaziente di guarir subito, e che non interrompiate così, con le vostre, le utili operazioni della natura. Sopratutto procurate aver medico più savio ed esperimentato che dotto, che non abbia giurato in verba magistri: e che non anatematizzi tutto ciò che non s'accorda co' canoni della sua setta. Addio; se la tempesta vuol soccorsi, ricorrete all'àncora sacra. V'abbraccio con la compagna e sono al solito.
     
     
     
      1402
     
      A CARLO BROSCHI DETTO FARINELLO - BOLOGNA
     
      Vienna 25 Agosto 1764.
     
      Dopo essermi stillato il cervello due giorni, convien pure ch'io confessi, amato gemello, che non ho saputo deciferare la vostra tarantella. Mi lusingo che non sia cosa cattiva poiché non tinge il vostro umore a pavonazzo: anzi lo rende più sereno e festivo.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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