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      Figuratevi la mia situazione. Dissi che, benché io fossi già pronto per l'opera d'Inspruck, non era sicuro di qualche nuovo comando dell'augustissima padrona. Rispose l'ambasciatore ch'egli ne avrebbe parlato alla mia sovrana; ond'io, sicuro che un preciso comando mi avrebbe defraudato anche il merito della volontaria condescendenza, piegai la testa ai decreti del fato, con pochissima fiducia di poter nella mia stanchezza corrispondere degnamente all'onore che mi veniva inaspettatamente offerto. E qui vi confesso che, ripensando alle voci sparse del vostro viaggio, non credei fermamente ma violentemente sospettai che foste voi l'innocente cagione del mio crudele imbarazzo. Intanto, affinché tutto andasse a seconda, la mia scusa prodotta inutilmente all'ambasciatore cattolico diventò profezia. La mia augustissima padrona mi commise inaspettatamente un altro picciolo dramma da rappresentarsi dalle serenissime arciduchesse al ritorno della Corte da Inspruck. Che fare in tali angustie? Dopo avere esaminata la materia, trovai che non mi rimaneva alcun onesto partito da prendere se non se quello di raccomandarmi alle Muse, chiuder gli occhi, e mandar giù l'una e l'altra pozione. Adempii, come era mio debito, in primo luogo il comando, e poi soddisfeci al contratto impegno, consegnando all'ambasciator di Spagna la Festa meridionale quattro settimane prima della mia promessa.
      Mentre io stava arzigogolando fra me s'io dovessi o no cantarvi le calende sul giuoco ch'io sospettava che voi mi aveste fatto, ecco una lettera di Madrid del nostro Hübner, che mi assicura che voi siete colà aspettato e ch'egli è impaziente di rivedere il suo riverito benefattore.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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