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      Addio. Non vi stancate di riamarmi; studiatevi di conservar l'equilibrio della vostra macchina fra i capricci delle correnti stravaganti stagioni, e credetemi.
     
     
     
      1440
     
      A GIUSEPPE AZZONI - SIENA
     
      Vienna 8 Agosto 1765.
     
      Bench'io non abbia mai dubitato un momento della costanza del vostro affetto, non so dirvi, mio riverito e caro padre maestro, a qual segno mi abbia consolato il trovarne una così amabile prova nel gentilissimo vostro foglio del 26 dello scorso luglio. Riconosco in esso il mio impareggiabile padre Azzoni, sempre eguale a se stesso, totus teres atque rotundus, ed ho esultato che, facendo egli l'apologia del suo, abbia fatta quella del mio silenzio. Sono continuamente stimolato ancor io dalla voglia di scrivervi; ma ora impedita dalle mie inevitabili occupazioni, ora dall'indiscretezza degl'importuni e resa talvolta inefficace da qualche parosismo di pigrizia che mi fa abborrire il calamaio e detestar la comune ingiustizia, che non vuol contar la poltroneria fra i mestieri da valent'uomo. Ma voi, con la vostra industria religiosa in tanta eguaglianza di merito e di colpa, avete pure trovato il mezzo di diventar creditore, comunicandomi le parziali espressioni del mio tanto amato quanto venerato signor auditor Bizzarrini.
      In compensazione di simile soperchieria io esigo da voi che rendiate al medesimo una prolissa testimonianza della mia gratitudine, della mia stima e del mio rispetto, e che non gli lasciate ignorare quante volte nel vostro soggiorno in Vienna egli è stato il soggetto de' nostri più soavi colloqui, ne' quali non avete certamente potuto non rimaner persuaso che quella di cotesto amabile e degno cavaliere è sempre stata come sarà sempre fra le mie più care ed onorate memorie.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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