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      Addio, mio caro gemello. Conservatevi gelosamente, e credete che non lascierà mai di stimarvi ed amarvi quanto meritate (che vuol dire infinitamente) il vostro.
     
     
     
      1463
     
      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 2 Dicembre 1765.
     
      Oh quanto invidio i vostri simposii col degnissimo nostro monsignor governatore! Mi pare esser presente, e di gustar quella sua vivace, dotta, felice, obbligante ed incantatrice eloquenza che lo ha sempre distinto fin sulla primavera degli anni suoi, e che, guernita ora di tanta e tanta merce che non può non aver egli raccolto nel continuo conflitto delle vicende umane, servirà non al diletto solo, ma al profitto ancora di chi l'ascolta. Ditegli ch'io sento e conosco tutto il valore del suo cuore e della sua mente, e che questa chiara e distinta cognizione mi rende intollerabili tutti gl'inciampi che ritardano al genere umano quei vantaggi che ritrarrà un giorno da lui e de' quali io vorrei pure essere almen testimonio, ed esultare nell'adempimento de' miei vaticinii. Ho letto il capitolo dell'ultima vostra lettera del 16 dello scorso novembre al nostro signor conte di Canale, che vi saluta, si compiace di potervi far cosa grata ed avrà cura di rinnovare le istanze per il vostro raccomandato. Qui il tempo da molti giorni è costantemente sereno: io ne godrei molto più se non temessi il vostro pentimento d'aver forse abbandonato troppo sollecitamente il religioso ritiro delle Esquilie. Addio. Dividete i miei soliti abbracci con la sorella, e credetemi de more il vostro.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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