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      Addio, caro amico. Il signor conte di Canale vi saluta e ringrazia; ed io abbracciando con le dovute oneste restrizioni così voi che l'amabile vostra sacerdotessa, sono al solito.
     
     
     
      1496
     
      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 5 Maggio 1766.
     
      Alquanto stranetta è la commissione che mi date nella vostra del 19 dello scorso aprile. Voi volete da me contezza d'un individuo incognito, e non mi somministrate per segni onde rinvenirlo che due dubbiose parole, cioè musico e monaco. Di che classe è cotesto musico? è egli canoro o sonoro? È egli basso, tenore, contralto, o soprano? È di sesso mascolino, feminino, o neutro? È egli vecchio o giovane? Non ha egli una patria? E cotesto vocabolo di monaco è nome, cognome, o soprannome? Ho paura che voi crediate da senno che i vati debbano esser profeti per obbligo di professione. Ah se così fosse, caro fratello, sarebbero in molto minor numero le cagioni de' miei rimorsi. Tutto quello che intanto posso dirvi si è: che né io in trentasei anni di domicilio in Vienna, né altri che ne ho richiesti in cinquanta e sessanta abbiamo mai intesa questa voce di monaco in senso di nome di alcun prossimo: e che è quasi fisicamente impossibile che io, obbligato dal mio impiego a trovarmi sempre fra queste armoniche cicale, avessi potuto ignorarlo, se avesse pure esistito quello che voi cercate in questa Corte, anche un mezzo secolo innanzi del mio tragitto in Germania. Potrebbe per avventura essere che cotesto monaco fosse o fosse stato in alcun altro cenobio di queste corti teutoniche: poiché mi sovviene che quando alcuno parte d'Italia alla volta dell'Alemagna, costì popolarmente si dice egli va all'imperio, e questa generica espressione potrebbe avere indotto in errore qualche povero servo di Dio.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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