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      Ho letto subito con avidità, che si accresceva sempre leggendo, tutto l'intero volume; ne ho riletti molti tratti e gli ho fatti gustare ad alcuno de' pochi amici intelligenti che qui si ritrovano, ed ho avuto il piacere di vederle rendere da ciascuno concordemente giustizia. Lo stile è sempre nobile e chiaro, facile ed armonioso. I pensieri son frequenti, non affogati nelle parole, e concepiti con tanto giudizio quanto felicemente partoriti, né il suo calor poetico usurpa mai i dritti della ragione. Di questa parte di prudenza, così poco comune fra' nostri colleghi in Parnaso, io mi congratulo specialmente seco. La ritrovo in tutti i suoi versi, e me la conferma il timore che saviamente ella confessa de' capricci del teatro nella sua lettera. La provincia drammatica è veramente la più dura e pericolosa in tutto il regno poetico. Quel doversi un povero scrittore dimenticar di se stesso, parlar sempre col cuore e con la mente altrui; quell'essere obbligato da oggetti falsi di risvegliare in altri passioni vere, di accordar l'inaspettato col verisimile, di concepire un tutto insieme d'un quadro in cui ciascuna persona abbia fisonomia propria e distinta; e quel risvegliare, sospendere e soddisfare a tempo la curiosità d'un popolo spettatore, sono cimenti crudeli; ma il più crudele di tutti è il rischio d'una rappresentazione teatrale, dove regnano, assai più che fra' dadi e fra le carte, le stravaganze della fortuna. Il suo Saggio poetico mi fa fede delle sue forze; ma intanto ch'ella delibera se debba o no farne uso così pericoloso, nessuno potrà negarle un distinto luogo nelle schiere dei nostri lirici più lodati.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Parnaso Saggio