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      Due avvertimenti frattanto convien ch'io vi dia: il primo si è che questo nuovo tomo, che ora chiamiamo decimo, nella ideata edizione dovrà essere nono; e quello che nella edizione antica era nono sarà in quella da intraprendersi il decimo, affinché rimangan sempre nel calce della raccolta ed i miei componimenti fatti in età immatura, e l'indice delle arie, e tutto ciò che si voglia di minore importanza.
      L'altro avvertimento consiste nell'informarvi che dopo lo strepitoso regalo da me ricevuto da Spagna per la serenata intitolata La pace fra le tre Dee, scritta da me per le nozze del principe delle Asturie, io non ho saputo più novella del suddetto componimento. La mia delicatezza non mi permette di darlo alle stampe, non constandomi che sia stato pubblicato in Madrid; e la medesima delicatezza non mi permette di farne istanza. Per insinuazione del signor conte di Canale, cotesto degnissimo signor cavaliere Raiberti (che divotamente riverisco) ne procurerà a nome degli stampatori, e non mio una copia o stampata o manoscritta, dalla Corte cattolica, e cotesta copia, qualunque ella sia (ecco l'avvertimento), convien che sia mandata a me per esser corretta prima che vada sotto i torchi torinesi.
      Fin'ora non mi son giunti i minacciati Drammi; mi preservi il pietoso Apollo da tali angustie. Addio; conservatevi gelosamente, e non vi cada mai in pensiero che possa scemarsi d'un atomo l'antica tenera costante amicizia con cui sono il vostro costantissimo.
     
      P. S. A proposito d'avvertimenti, eccone un altro.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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