Pagina (171/1264)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Sono ormai quarant'anni che la mia povera Didone assorda de' suoi lamenti tutti i teatri d'Europa, e né pur uno de' vostri più celebrati colleghi avea saputo fin'ora farne il mirabile uso che voi ne avete fatto: pure confessando che non m'appartiene, accetto come un caro pegno della vostra amicizia quella parte della gloria vostra di cui gratuitamente mi fate dono, e ve ne professo la dovuta riconoscenza. Anzi me ne prometto nuovi motivi, se un giorno vi cade in acconcio di valervi del mio Achille in Sciro che, se mal non m'appongo, mi par pietra per il vostro scarpello. Addio, mio caro signor Angiolini. Esulto della giustizia che costì vi si rende, ma non vorrei che prendeste troppo gusto ad abitar coi gelidi Trioni. Continuate ad amarmi, sicuro della più costante e della più tenera corrispondenza che mi farà sempre essere.
     
     
     
      1551
     
      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 15 Dicembre 1766.
     
      La vostra del 29 dello scorso novembre non seconda i miei desideri così rispetto al nostro degno Eminentissimo che a voi medesimo. Quel suo pranzo cubiculare, quel mettersi in letto mezzo rifinito ed assiderato mi fa argomentare che la vivacità del suo spirito attivo abusi delle facoltà della macchina, la quale per altro, essendo il necessario alloggio del primo, esige qualche riguardo. Ma di quei riguardi che risparmiano il vigore, non di quelli che si adoperano per ricuperare il già dissipato. Quasi lo stesso in diverso genere fate voi. Non v'è ora più opportuna di goder l'invidiabile società dell'impareggiabile nostro porporato, che quella del pranzo?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Didone Europa Achille Sciro Angiolini Trioni Dicembre Eminentissimo