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      Mi scrive il signor Mattia Damiani da Volterra che un letterato toscano dimorante in Roma scrive le vite degli uomini illustri del nostro secolo: ch'egli si chiama il signor abate Fabroni, che ha dato alla luce un primo volume e che, volendo includere nel secondo la vita di Gravina, pensa dedicarla a me, e si vale del mezzo del signor Damiani suddetto per procurare l'assenso mio. Io sono confuso dell'onore ch'egli vuol farmi: ma questa specie d'incenso non è per i nostri pari, ed io arrossisco di abusare della parzialità d'un galantuomo, tanto che se sapessi trovar modo di distorlo senza offenderlo e senza passar seco per ingrato, il farei con tutto il cuore. Mi meraviglio che essendo voi in Roma sia corso fino a Volterra a cercare un mezzano. Datemi notizia di questo letterato, della sua opera e della fortuna di essa. E se per avventura in qualche incontro ei vi parlasse del suo disegno, tacete ch'io ve ne abbia scritto, che è partito molto più sicuro: le dediche sono il mio contragenio, ma sarei altresì inconsolabile se mi trovassi d'avere offeso chi pensa di onorarmi. Addio: vi abbraccio con l'aggiunta.
     
     
     
      1564
     
      A MATTIA DAMIANI - VOLTERRA
     
      Vienna 23 Febbraio 1767.
     
      Sarò brevissimo rispondendo al cortese foglio di V. S. illustrissima del primo del corrente, perché l'adorabile sovrana mi onora di venerati ordini suoi oltre ormai l'estensione delle mie forze, e mi caccia ogni momento in Parnaso: onde mi sono preziosi i momenti.
      Cotesto degnissimo letterato signor abate Fabbroni mi fa arrossire con l'obbligante suo pensiero della dedica meditata.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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