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      1637
     
      A MARIA FORTUNA - PISA
     
      Vienna 7 Gennaio 1768.
     
      S'io fossi abile a sdegnarmi con alcuna pastorella, lo sarei certamente contro la valorosa Isidea Egirena, la quale, valendosi di tutta l'autorità che le danno sopra di me il suo sesso ed il suo merito, ha francamente consegnata alle stampe una mia povera lettera familiare scritta da me sotto la mallevadoria della sua parzialità, ma non con quella cura che esige il giudizio del pubblico, di quel pubblico al quale e per ragione e per temperamento non avrei avuto il coraggio di presentarmi giammai, se l'esercizio del mio impiego non avesse dovuto necessariamente vincere le mie altrimenti insuperabili repugnanze. Prego il padre Apollo che voglia rimetterle la pena di così grave peccato: ed io frattanto, considerando unicamente gli obbliganti motivi che l'hanno tentata, le rendo le dovute grazie del dono, e con la giustamente già concepita invariabile stima sinceramente mi dico.
     
     
     
      1638
     
      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 11 Gennaio 1768.
     
      L'ultima vostra, che credo del 26 dello scorso dicembre, mi fu recata dalla posta in così deplorevole stato ch'io per poterla aprire e leggere mi sono augurati i talenti di cotesto insigne religioso che svolge e interpreta i volumi abbronzati dell'Ercolano. Era essa una pasta molle ed informe, in cui non si trovava senza cercarla la fisonomia d'una lettera. Dopo averla lasciata seccare per molte ore al tepore della stufa, ho dovuto consumare a spiegarla tutta la provvisione della mia pazienza, perché, incollata in varie parti, protestava di tratto in tratto contro i miei tentativi e minacciava di lacerarsi.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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