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      Una lettera visibilmente scritta a seconda de' moti del candido vostro cuore non ha minor dritto di eccitar desiderio che compiacenza. Vi sono gratissimo di così dolci confermazioni della vostra amicizia: ve ne rendo esattissimo contraccambio, e son tanto superbo di possederla quanto geloso di conservarla.
      Il nostro carnevale non è stato men vivace del vostro; a segno che io medesimo, benché affatto digiuno de' pranzi, delle cene, de' balli e de' teatri, ne ho sensibilmente partecipata la stanchezza, a forza di sentirne parlare molto più di quello che basta per rallegrarsi delle allegrezze de' nostri simili. Con tutta la mia filosofica insensibilità, pure ho invidiata per altro la sorte di quelli che si trovarono l'ultima sera allo spettacolo dell'opera giocosa nel teatro vicino alla Corte. Ricevé l'adorabile nostra sovrana con un corriera di Toscana, fra le 7 e le 8 ore del dopo pranzo, la sospirata novella del felice parto della granduchessa, e fu così efficace l'impeto della sua contentezza che, a dispetto del suo proponimento di non veder più teatri, da lei fin'ora scrupolosamente osservato dopo la tragedia d'Inspruch, vi corse con l'augustissimo suo figliuolo e la serenissima arciduchessa Marianna, impaziente di mettere a parte del suo giubilo l'infinito popolo colà raccolto. Questo, ancora ignaro della cagione che l'avea condotta, solo per l'improvviso non sperato piacere di vederla uscita dal suo mesto tenore di vita proruppe in applausi così strepitosi e di voci e di mani e di piedi che durò ella gran fatica a calmarli a segno di potere annunciar replicatamente di propria bocca la nascita del nuovo gran principe.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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