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      1678
     
      AD ANGELO FABRONI - FIRENZE
     
      Vienna 23 Giugno 1768.
     
      Finalmente i ministri di questa dogana, dopo aver condannate come inutili ed importune le mie replicate ricerche, si sono non volendo incontrati nel picciolo involto de' Dialoghi di Focione, e convinti dal fatto della loro disordinata negligenza, me l'han mandato fino in casa, quando io già disperava affatto di mai più averlo: ma accompagnato da scuse così puerili che sono assai più riprensibili dell'errore. Ho fatto, a seconda della mia impazienza, legar frettolosamente il libro, e ne ho scorsi già i cinque dialoghi e la maggior parte delle note. Non ne termino la lettura prima di scriverle, perché vorrei pure approfittarmi di questo giorno di posta per togliere il tempo alla sua gentilezza di addossarle il nuovo incomodo di mandarmene un secondo esemplare, sulla credenza dello smarrimento del primo. Non entro nel merito dell'originale. Sono a dir vero assai note le grandi verità ch'ei propone, ma, oltreché non son esse mai ridette abbastanza, l'ordine e l'erudizione presta loro gli ornamenti della novità. Ammiro bensì le commendabili disposizioni della mente e del cuore del felice traduttore, che, abile a produrre archetipi per se medesimo, trasportato dall'amore dell'umanità, non ha potuto astenersi d'intraprendere un lavoro tanto minore delle sue facoltà, per compiacenza del vero e per inclinazione a comunicarlo. Me ne congratulo sinceramente seco: e pieno per lei di quell'amore ch'ella si studia di render comune fra' nostri simili, rispettosamente mi confermo.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Giugno Dialoghi Focione