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      1686
     
      AD ANTONIO SCARPELLI - ROMA
     
      Vienna 18 Luglio 1768.
     
      È una nuova prova de' felici talenti del signor Antonio Scarpelli il divoto Inno che ha voluto egli comunicarmi. L'ho letto con sommo piacere, e fra le molte cose commendabili che in esso ho osservate, il destro artificio col quale egli sa render fertile il suo soggetto non è certamente la meno lodevole. Me ne congratulo seco, e gli sono gratissimo della parziale cura che me ne ha provveduto. Non trascuri, la prego, di rendere a mio nome un ampio contraccambio d'amicizia e di stima al mio gentilissimo abate Pizzi: e dopo di aver rese le dovute grazie per me a cotesta sacra sirena per l'obbligante memoria di cui mi onora, procuri (raccomandandomi alle di lei preghiere) che siccome ho avuto parte altre volte agli incanti della sua voce, ne abbia ancora presentemente ai solidi vantaggi di quella superiore ispirazione che ha cagionato la sua esemplare metamorfosi. Mi comandi e mi creda.
     
     
     
      1687
     
      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 25 Luglio 1768.
     
      Mi congratulo con la nostra illustre ma sventurata patria che in mezzo alle tempeste che la circondano si trovi almeno sollevata dall'interna miseria mercé la paterna cura dell'ottimo suo Pastore: il pane ritornato al suo legittimo peso e tutti gli altri alleggerimenti che (secondo la vostra del 9 del corrente) costì si sperano, provano che il perseguitato condottiere della povera navicella fra tanti assalti e minacce non perde la sua tramontana: cioè quella degna d'un suo pari costante carità che lo ha sempre acceso, animato e condotto.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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