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      Ho letta con infinito piacere la sua poetica ingegnosa ed eloquente filippica contro quella pettegola della Fortuna. L'ho trovata piena d'erudizione, d'imagini e d'incontrastabili verità splendidamente esposte: e me ne congratulo sinceramente con lo scrittore. Vorrei potermi congratular seco d'aver oppressa o placata cotesta sua ingiusta nemica, e sarei superbo d'aver conferito al suo trionfo. Ma quali soccorsi possono sperarsi contro costei da un povero abitatore di Parnaso come son io? Ella non ci ama né ci teme, e per antichissima prescrizione è in possesso di ridersi delle nostre minacce e delle nostre lusinghe. Se la facoltà si trovasse in equilibrio co' miei desideri, creda ch'io non limiterei la mia stima per la sua persona alle sole ufficiose proteste con le quali mi confermo.
     
     
     
      1710
     
      A GIUSEPPE AZZONI - SIENA
     
      Vienna 29 Settembre 1768.
     
      L'ultima vostra obbligantissima lettera, riverito mio padre maestro, sente assai più della coltura del popolato Liceo che della ruvidezza della deserta Tebaide, donde voi per altro protestate d'averla scritta. O fate gran torto a cotesto soggiorno col paragone, o avete saputo spogliarlo de' suoi svantaggi con la presenza. Un vostro pari è ben capace di produrre coteste magiche trasformazioni. Quale sterilità resisterebbe a quei semi co' quali può fecondarla e la vostra voce e l'esempio vostro? Una solida morale congiunta a così umano contegno, un amabile candore che tutta scopre la limpidezza del vostro interno, una profonda dottrina priva di tutte le spine dell'ispida letteratura, un'anima in guisa sensibile alla bella amicizia.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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